LA
SCELTA DEL CASTELLO DI GRIANTE
Viene da chiedersi perché Giovanni del Matto,
che era uno stratega consumato e un buon comandante,
scelse di rifugiarsi nel vulnerabile Castello
di Griante?
Si
possono fare alcune congetture e, fra queste,
quelle più probabili sono:
-
Pensava
che i suoi avversari avrebbero rinunciato
a seguirlo, cosa che non avvenne.
-
Si
rifugiò a Griante per disperazione, perché
inseguito da vicino dagli avversari e per
stanchezza dei rematori, senza avere il tempo
per valutare le conseguenze della scelta;
oppure, pur sapendolo, subì gli eventi non
avendo la possibilità di proseguire per altri
luoghi.
-
Considerava
il Castello di Griante meglio difendibile
di altri luoghi disponibili.
-
Riteneva
il Castello di Griante meglio rifornito di
vettovagliamenti e di armi per resistere all’eventuale
attacco nemico.
-
Il
Castello di Griante era diventato una delle
sue basi operative più importanti.
-
Riteneva
Griante affidato a gente di fiducia.
Giovanni
del Matto aveva alle spalle la scuola di lunghi
e duri anni al servizio della Serenissima; egli
conosceva dunque bene ed era in grado di valutare
adeguatamente le possibilità e limiti del Castello
di Griante, facilmente aggredibile dalle artiglierie
nemiche, anche quelle di quei tempi, che dall’alto
della collina potevano comodamente bersagliare
la postazione sottostante.
Non
potremo mai sapere con certezza le cause che spinsero
il Matto a rifugiarsi a Griante, l’assedio e il
bombardamento subiti sono documentati in un accurato
disegno del castello, eseguito 330 anni dopo quegli
eventi. Nella veduta è raffigurata anche l’unica
torre superstite all’assalto vista da occidente,
vale a dire dal monte, nella quale sono evidenti
i fori provocati dal "cannone petriere" e che
furono lasciati per tanti secoli "com’erano e
dove erano" a ricordo di quei tragici avvenimenti.
A
giustificazione della disfatta ingloriosa di Giovanni
del Matto, va ricordato che egli si trovò ad operare
al comando di una truppa formata principalmente
da Lanzichenecchi, ferocemente ribelli ai loro
capi e che facilmente si ammutinavano per denaro
e per la spartizione del bottino di guerra.
Con
ogni probabilità, questa fu la ragione per cui
Giovanni del Matto non riuscì a tenere i suoi
uomini quando il Garrau, con mossa astuta, fece
arenare a Borgo Vico la nave piena di vini e liquori:
le truppe non gli ubbidirono perché si ammutinarono.
Questo spiegherebbe anche la magnanimità dimostrata
del Garrau verso i Lanzichenecchi, lasciandoli
liberi di ritornare in Patria: gli avevano reso
un grande servizio.
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