VILLE
E GIARDINI NEL CENTRO LAGO DI COMO |
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VILLA
CARLOTTA: CADENABBIA - TREMEZZO
La villa fu edificata agli inizi del 1700. per conto del
Marchese Giorgio Clerici di Lodi, di professione banchiere.
Nel 1804 la villa passò in proprietà al
Conte Giambattista Sommariva di Lodi, che la corredò
con preziose opere d'arte e con l'arricchimento del primo
giardino progettato all'italiana con grottesche secondo
l'uso dell'epoca. Nel 1844 la villa fu acquistata dalla
Principessa Marianna di Prussia, che ne fece dono alla
figlia Carlotta quando sposò il Principe Giorgio
II di Sachsen Meiningen. Per volontà della Principessa
Marianna, la villa prese il nome di "Carlotta".
Giorgio II di Meiningen, apportò parecchie modifiche
sia alla villa sia al parco. Quest'ultimo fu ampliato
enormemente e progettato secondo lo stile dei giardini
Inglesi che arricchì con piante esotiche rare e
con azalee e rododendri che, ancora oggi, sono l'attrazione
principale del parco.
Alla morte prematura di Carlotta avvenuta nel 1855, la
villa passò in eredità al marito Giorgio
II, ma dopo la Prima Guerra Mondiale, con la sconfitta
della Germania, Villa Carlotta fu incamerata dallo Stato
Italiano. Successivamente, fu creato l'Ente Villa Carlotta,
che ancora oggi ne cura la gestione, e la villa fu aperta
al pubblico.
All'interno della Villa si possono ammirare dipinti di
Vikar, Lordon, Hayez e Migliara; sculture di Canova, Thorwaldsen
e Acquisti.
Di notevole bellezza e suggestione sono i giardini che
recentemente hanno acquisito una nuova area dedicata ai
Bambù, unico esempio di giardino Cinese in Italia.
La villa e i giardini sono aperti al pubblico da Aprile
a Ottobre tutti i giorni dalle 9.- alle 18.- con biglietto
d'ingresso.
Alla biglietteria sono disponibili pubblicazioni specifiche
sulla Villa e la sulla sua storia.
Per visite di gruppi: Tel. 0344 40405
Cadenabbia e Tremezzo sono raggiungibili con traghetto
da Bellagio e Varenna. Servizio di autobus da altre località.
VILLA
LA COLLINA - GRIANTE CADENABBIA
La villa fu edificata nel 1899 sulle rovine di una torre
medievale facente parte del complesso sistema d'avvistamento
e segnalazione che abbracciava tutto il lago.
Villa Collina sorge su un'altura dominante il lago con
lo splendido scenario delle Grigne e del promontorio
di Bellagio di fronte. La sua posizione e l'amenità
del luogo la fece scegliere quale dimora estiva al Primo
Cancelliere della Repubblica Tedesca, Konrad Adenauer,
che qui venne per dieci anni e fino alla sua morte.
In quel periodo, la villa ospitò capi di stato
e di governo di tutto il mondo e nella quiete delle
sue stanze prese forma l'idea dell'Europa Unita che
si concretò con la firma del trattato di Roma.
Alla morte del Cancelliere, la villa fu acquistata dal
Tedesco sig. Busbeck che la ristrutturò e trasformò
la parte della collina coperta da vegetazione incolta
in parco con viali fiancheggiati da boschi d'azalee.
La villa fu successivamente acquistata dalla Fondazione
Konrad Adenauer che ne fece un centro internazionale
di congressi.
Oggi Villa La Collina è anche un albergo esclusivo
che offre la possibilità di passare splendide
vacanze in un luogo storico con tutti i più moderni
comforts.
Villa Collina: da Cadenabbia seguendo la strada per
Griante
VILLA
DEL BALBIANELLO - LENNO
Durante il Medio Evo, la zona che va da Lenno a Campo
fu caratterizzata da numerosi insediamenti religiosi.
Di quel periodo sopravvivono la Chiesa di San Giovanni,
con la struttura a due campanili, ora incorporata nella
Villa del Balbianello. In origine, la chiesa era parte
di un convento fondato da Suore Cistercensi correlate
a quelle del titolo di Santa Eufemia sull'Isola Comacina.
Nel tardo Medio Evo, diventò un convento di frati
Francescani con il titolo dell'Annunciazione. Nel 1535
diventò un Convento di frati Cappuccini e fu
tale fino alla sua soppressione.
Nel 1797 il Convento fu messo in vendita e acquistato
dal Cardinale Durini che lo trasformò in una
residenza di lusso, apportando modifiche strutturali
ed architettoniche in stile tardo Barocco con l'aggiunta
dei giardini. Alla sua morte, la villa diventò
proprietà dei Porro Lambertini prima e degli
Arconati Visconti poi che, a loro volta, apportarono
modifiche architettoniche alla villa in stile proto-eclettico.
Nel 1974 la villa, orami in decadenza, fu acquistata
da Guido Monzino che la restaurò e l'arricchì
con importanti pezzi d'arte e con i cimeli delle sue
imprese d'esploratore al Polo Nord e sul Monte Everest.
Alla sua morte la villa passò in eredità
al F.A.I. che l'aprì al pubblico.
I giardini della villa sono visitabili dalle 10.- alle
12.30 e dalle 13.30 alle 16.30 tranne il Lunedì
e il Mercoledì.
Le visite all'interno della villa sono possibili solo
con guide previa prenotazione. Tel. 0344 56110
Villa del Balbianello: L'accesso alla villa e ai giardini
è possibile normalmente via lago da Lenno o da
Sala Comacina, tranne nei giorni di Martedì,
Sabato e Domenica durante i quali la villa è
raggiungibile a piedi con partenza dal lungolago di
Lenno seguendo i cartelli direzionali.
VILLA
SERBELLONI - BELLAGIO
In epoca romana Plinio il Giovane possedeva due ville
sul lago di Como: la Comoedia che sorgeva sulla baia
di Diana a Lenno, e la Tragedia che sorgeva sulla punta
del promontorio di Bellagio. Plinio aveva dato il nome
alle sue ville ispirandosi al territorio dove esse sorgevano;
dolcissimo ed ameno quello di Lenno, scabroso e sinistro,
con strapiombi rocciosi e una vegetazione fitta ed incolta
quale doveva apparire a quei tempi, quello di Bellagio.
Al termine dell'epoca romana il luogo acquisì
importanza militare per la sua posizione strategica
e a fianco della villa, che nel frattempo era andata
distrutta, fu edificata una fortezza. Durante le numerose
invasioni barbariche che calarono in Italia dalle Alpi,
la fortezza fu distrutta e ricostruita più volte.
Seguì poi un periodo oscuro e tribolato durante
il quale la fortezza diventò il rifugio dei Cavargnoni,
feroci e sanguinari briganti provenienti dalla Val Cavargna,
per stanare i quali, nel 1375, Filippo Maria Visconti
la fece radere al suolo. I ruderi dell'antico castello
di probabile fondazione longobarda sono tuttora visibili.
Poco dopo la sua distruzione, Ercole Sfondrati trasformò
una chiesetta romanica absidata (1080 - 1100 circa),
che si ergeva nei pressi del castello, in torre di segnalazione
facente parte dell'intricato sistema di trasmissione
dei messaggi che rimbalzavano da una torre all'altra
da un capo all'altro del lago.
In epoca rinascimentale, il Marchese Stanga acquistò
da Ludovico il Moro, Duca di Milano e signore di quelle
terre, il promontorio di Bellagio e vicino al luogo
dove sorgeva la villa di Plinio il Giovane fece costruire
una sontuosa villa di residenza.
Durante il XV e XVI secolo, quando si combatterono le
sanguinose guerre per la successione al Ducato di Milano,
la villa fu nuovamente distrutta per poi essere ricostruita
ad opera di Pio Francesco Sfondrati. Nel 1788 la villa
fu acquistata dalla ricca e potente famiglia Serbelloni,
dalla quale prese il nome, che passò alla storia
anche per versi pungenti che Giuseppe Parini, educatore
dei suoi rampolli, gli dedicò.
Nel 1959 la Villa fu acquistata dalla Fondazione Internazionale
Rockefeller, che è l'attuale proprietaria, che
l'ha trasformata in centro per congressi.
Da Aprile a Settembre i giardini di Villa Serbelloni
sono visitabili giornalmente con visite guidate alle
ore 10,30 e 16,00 previa prenotazione presso l'ufficio
Turistico di Bellagio. Tel. 031 950204
Bellagio: dalla Tremezzina con traghetto da Cadenabbia
o Menaggio o con battello di linea
VILLA
MELZI D'ERYL - BELLAGIO
La villa fu edificata per conto del Duca di Lodi Francesco
Melzi d'Eryl, persona molto stimata da Napoleone I che
gli affidò la carica di vicepresidente della
repubblica Cisalpina e di guardasigilli del Regno Italico.
La villa passò poi in eredità al Duca
Tommaso Gallarati Scotti, ambasciatore d'Italia a Madrid
e Londra, i cui eredi sono gli attuali proprietari.
Si dice che Francesco Melzi d'Eryl fece costruire la
villa per spirito d'antagonismo con il Marchese Sommariva,
l'allora proprietario di villa Carlotta, e che i due
rivaleggiassero nell'impreziosire le rispettive proprietà
con opere d'arte, reperti archeologici e piante rare
La villa fu realizzata tra il 1805 e il 1815 su progetto
dell'arch. G. Albertalli di Milano in puro stile neoclassico.
La struttura è a pianta rettangolare con le facciate
che sono interrotte orizzontalmente da fasce marcapiano
e scandite da finestre poste in successione ritmica.
Il tempietto a lago è di tipo a cupola sostenuta
da pilastri e presenta gli stessi caratteri architettonici
della villa.
Il giardino è stato realizzato sulla base di
un attento studio del territorio ed è arricchito
da reperti archeologici e da statue di rara bellezza.
Il laghetto delle ninfee, le cascate d'azalee, le piante
esotiche rare e il panorama sulla Tremezzina costituiscono
un'attrazione di singolare bellezza e suggestione.
I giardini sono visitabili giornalmente dalle 9.- alle
18.30 da Aprile a Ottobre.
Bellagio: Dalla Tremezzina con traghetto da Cadenabbia
o da Menaggio
VILLA
MONASTERO - VARENNA
Il nucleo arcaico fu edificato nel 1169 dalle Monache
Cistercensi del titolo di Santa Eufemia, fuggite dall'Isola
Comacina incendiata e distrutta dai Comaschi e dal Barbarossa.
Il primo documento scritto nel quale appare il nome
del Monastero di Varenna è un atto notarile datato1208,
con il quale la Badessa Sofia acquistava" tre pezze
di terra" da annettere al convento.
Nel 1566 il convento era diventato fatiscente a causa
del numero esiguo delle monache che vi abitavano (solo
sei) e, si dice, della condotta particolarmente libertina
ed allegra che esse conducevano, più rivolta
ai piaceri del mondo che alle gioie dello spirito. Fu
così che in quell'anno San Carlo Borromeo, dopo
accurati accertamenti sull'effettivo stato delle cose
e per ottemperare alle disposizioni deliberate dal Concilio
di Trento in cui furono definiti i requisiti necessari
per il riconoscimento delle comunità religiose,
chiese la soppressione del Monastero di Varenna. Fu
così che il 13 Febbraio 1567 con la Bolla pontificia
di Papa Pio V, il Monastero fu chiuso e le monache trasferite
forzatamente in un convento di Lecco.
Nel 1568 la costruzione fu acquistata da Paolo Mornico
che la restaurò e l'adattò a casa d'abitazione
per la sua famiglia. Alla sua morte, la casa fu ereditata
dal figlio Lelio che la trasformò in una villa
residenziale apportando profonde modifiche architettoniche
e strutturali e modificò il terreno circostante
facendolo diventare un parco ricco di piante rare e
pregevoli sculture. La villa appartenne ai suoi discendenti
fino al 1862, anno a partire dal quale passò
di proprietà in proprietà ad alcune ricche
famiglie dell'alta borghesia, ognuna delle quali apportò
radicali modifiche architettoniche e strutturali tanto
che dell'antico Monastero non restano che alcuni spezzoni
di muro incorporati nell'attuale costruzione.
Alla fine della prima guerra mondiale, poiché
l'ultimo proprietario era Tedesco, la villa fu incamerata
dallo Stato Italiano quale bottino di guerra e in seguito
ceduta in proprietà a Marco de Marchi che alla
sua morte, avvenuta nel 1936, la lasciò in eredità
all'Istituto Idrologico e di Limnologia. Nel 1977, dopo
lo scioglimento dell'Istituto Idrologico, villa Monastero
fu donata al Consiglio Nazionale delle Ricerche, amministrata
dall'Ente Villa Monastero della Provincia di Lecco,
ed è diventata un importante centro per congressi
internazionali.
Da Aprile a Settembre i giardini della Villa sono visitabili
giornalmente dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15.-
alle 18.30.
VILLA
CIPRESSI - VARENNA
Originariamente la Villa apparteneva alla famiglia Serpontis
di Varenna. La villa è in stile tardo rinascimentale
con aggiunte neoclassiche. Notevole è il suo
giardino caratterizzato da alti cipressi e confinante
con quello di Villa Monastero.
Recentemente la villa è stata acquisita dall'Amministrazione
Provinciale ed è un centro culturale per musicisti
e luogo per studi amministrativi.
Da Aprile a Settembre i giardini sono visitabili giornalmente
dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30
IL
CASTELLO DI VEZIO - SOPRA VARENNA
La tradizione popolare vuole che il castello fosse una
delle tante dimore in terra Lombarda nella quale soggiornò
la leggendaria ed amatissima Regina Longobarda Teodolinda.
Di certo, la posizione strategica del luogo fu sfruttata
fin dai tempi più remoti, come peraltro dimostrano
i numerosi reperti archeologici risalenti all'età
del ferro, rinvenuti ai piedi della torre e ora custoditi
nel Museo Archeologico di Como. In epoca tarda romana,
il luogo fu sfruttato per proteggere delle vie di comunicazione
tra Bellano e la Valle dell'Esino. Di quell'epoca furono
ritrovati numerosi reperti archeologici, che risultano
documentati ma, purtroppo, dispersi.
La torre, alta circa 20 metri e circondata da massicce
mura, è databile all'epoca dei Comuni. Lo storico
Paolo Giovio afferma che fu costruita dai profughi provenienti
dall'Isola Comacina che fondarono Varenna (1169). In
quell'epoca il castello era collegato al sottostante
villaggio di Varenna tramite due alte mura parallele
che terminavano a lago ognuna con una torre delle quali
non esiste più traccia. Nel 1700 il castello
e il territorio circostante appartenevano alla Chiesa
che li cedette in proprietà alla ricca e potente
famiglia Sfondrati di Bellagio, per poi passare all'altrettanto
potente famiglia Serbelloni. Il castello, tuttora di
proprietà privata, è stato recentemente
restaurato e aperto al pubblico anche come sede di manifestazioni
culturali. Maggiori informazioni sono disponibili in
luogo.
Varenna: da Cadenabbia o Menaggio con traghetto.
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