La Locanda

 Nel 1537 Paolo Giovio nel suo libro Larius dedicato a Francesco Sfondrati scrive:

"Dal villaggio di Tremezzo, famoso per il vino di Griante e per la fertilità del suo territorio pianeggiante, si spinge avanti nel lago un'altra punta, non rocciosa ed accidentata, ma pianeggiante ed ornata d'olivi e viti. Pare che i marinai ubriachi abbiano creato il nome di Cadenabbia per essa, perché qui si riposavano con letizia dalla fatica del remare, essendo a metà del percorso; e lo fanno perché in nessun altro luogo gli osti servono ai marinai di passaggio vino più a buon mercato e più sincero."

Tomaso Porcacchi da Castiglione Aretino scrive nell'anno 1569:

"Alla riva del lago è la ruinata villa di Tremezzo, illustre così per l'eccellenza dé vini di Griante come per la grassa pianura; et qui corre nel lago un altro promontorio il quale non si stende più tra scogli né fra montuose colline, ma piano et ornato di viti e d'olive. Qui pare che i naviganti habbiano posto il nome di Cà di Nabbia, che vuol dire Casa di scambio, perciochè molto volontieri vi si riposano, et si scambiano i vogatori, come quasi a mezzo il corso della lor navigazione; massimamente che non vi ha luogo dove gli osti più liberamente offeriscono vini migliori per bere."

Anton Gioseffo della Torre Rezzonico, nel 1735 scrive:

"Adiacente alla Villa Clerici v'è un promontorio, chiamato dal Boldoni Catena Apia in armonia con la definizione adottata dal vescovo di Nocera, il quale desume l'origine della denominazione dall'ebbrezza dei barcaioli, perché tutti costì, essendo giunti a metà della navigazione vengono accolti con abbondante e generosa quantità di vino. L'usanza fino ad oggi non è per niente cessata cosicché ancor oggi i naviganti e i corrieri fanno tappa presso l'oste del luogo, il quale ha un esercizio frequentato da tutto il vicinato. Io, dato che tutti, anche quelli che fanno uso di un parlare più raffinato, chiamano quel promontorio non Catena Apia, ma Cadenabbia, mi avvicinerò a quanti derivano l'appellativo dai termini di casa e nabbio. Quello che per i Greci è nabblion per i latini è nablium e per gli ebrei è Nebel. Denota inoltre l'imposta che va versata per il trasporto con nave.