La fascia
costiera del ramo occidentale del Lago di Como, che
va da Colonno a Cadenabbia, è conosciuta come Tremezzina.
La zona prende il nome dal paese di Tremezzo che si
trova a metà strada tra Como e la fine del lago. E'
molto verosimile che il toponimo derivi proprio dalla
posizione geografica dell'abitato: "Tra - mezzo"
il percorso da sud a nord della Via Regina.
GLI
ALBORI
Il lago di Como si originò alla fine dell'era
glaciale che si concluse circa 11 mila anni fa. L'avanzare
e il ritrarsi del ghiacciaio durante le varie glaciazioni
ne scavarono il letto, che fu in seguito colmato dalle
acque derivanti dal disgelo, mentre la particolare forma
a "Y" si deve alla barriera dei massicci montuosi
del Triangolo Lariano che ne deviarono il corso. Il
lago raggiunge la massima profondità (475 metri
circa) ed ampiezza nella sua zona centrale, davanti
alla penisola di Bellagio che lo divide nei due rami.
Il suo maggiore immissario ed emissario è il
Fiume Adda, anche se riceve le acque dei numerosi torrenti
che scendono dalle Prealpi che lo circondano. Anticamente
il lago era molto più esteso poiché si
spingeva fino a raggiungere la Val Chiavenna. I numerosi
passi alpini e prealpini che mettono in comunicazione
il territorio con i Paesi d'Oltralpe, l'abbondanza d'acqua,
il clima mite, la navigabilità del lago - che
per molto tempo rappresentò la principale, se
non unica, via di comunicazione - il cibo facilmente
reperibile sia con la pesca che con la caccia e la facile
reperibilità di legname dovuta alla presenza
di vaste foreste, furono le caratteristiche che permisero
l'insediamento dei primi nuclei abitativi stanziali.
Senza dubbio l'area fu abitata fin dall'epoca preistorica,
presumibilmente da tribù che giunsero da Oltralpe
come i Reti che occuparono la zona a Nord del Lario
e i Celti che, con le loro varie diversificazioni tribali,
s'insediarono stabilmente su tutto il territorio. Poiché
questi popoli non facevano uso della scrittura, non
esistono documentazioni che possano certificare date
ed avvenimenti di quel periodo, tuttavia, il ritrovamento
di tombe con oggetti della vita quotidiana risalenti
all'epoca del bronzo e del ferro ne certificano la presenza.
LA
COLONIZZAZIONE ROMANA
I molti e relativamente facili passi alpini e prealpini
a nord del Lario attirarono l'attenzione di Roma, sempre
alla ricerca di vie di comunicazione veloci con i paesi
dell'Europa Centrale, sia per conquistarli sia per mantenerne
il controllo. Fu così che Roma decise di conquistare
Como ed il suo territorio. Di vitale importanza si rivelò
il camminamento che da Como permetteva di raggiungere
rapidamente le Alpi. Dopo aver fondato la Nuova città
di Como, i Romani costruirono una nuova strada più
ampia e lineare, con le caratteristiche necessarie per
il facile spostamento delle truppe verso i territori
d'oltralpe. Essi utilizzando parzialmente il tracciato
preesistente e chiamarono la nuova strada Via Regia.
Occorreva, però, che il percorso fosse sicuro
e per meglio controllarlo Giulio Cesare ordinò
la colonizzazione dei territori che attraversava. Molte
facoltose famiglie della Magna Grecia furono inviate
sulle sponde del Lario dove si stabilirono fondando
nuovi villaggi o, semplicemente, insediandosi in quelli
già esistenti. Secondo le loro abitudini, i nuovi
colonizzatori edificarono ville, templi e terme e, costatato
il clima mite, introdussero la coltivazione della vite
e degli ulivi. Molti sono i reperti archeologici di
epoca romana, la maggior parte dei quali si trova ora
al Museo Archeologico di Como. Fra questi vi sono due
rocchi di colonne con capitelli corinzi, appartenuti
alla villa che Plinio il Giovane possedeva a Lenno,
ripescati dal lago nel 1847 . I paesi rivieraschi della
Tremezzina la cui origine greco-romana traspare anche
dal nome sono Colonno, Lenno e Tremezzo. Altri paesi
hanno mantenuto nel toponimo la radice etimologica più
antica.
LE
INVASIONI BARBARICHE
La relativa facilità di valicare la Alpi, che
contraddistingue il nord del territorio Comasco, e il
declino della supremazia Romana attrassero verso l'Italia
molti popoli d'oltralpe, ancora suddivisi in tribù,
ai quali fu assegnato il nome generico di Barbari, forse
a causa delle loro barbe incolte. Guidati da rozzi e
sanguinari condottieri ed approfittando della decadenza
della egemonia romana, essi calarono dalle Alpi in cerca
di facili ricchezze. Ebbe così inizio un lunghissimo
periodo di guerre e scorrerie che per molti secoli afflissero
le popolazioni Lariane. I primi a conquistare il territorio
furono i Goti. Essi si impossessarono delle postazioni
strategiche dominati il lago di Como che controllavano
le strade di comunicazione sia con le pianure a sud
(verso Milano) sia con i valichi montani a est (verso
Bergamo) e ad ovest (verso Bellinzona). Per meglio controllare
il traffico lacuale in direzione Nord-Sud Ovest essi
s'impossessarono dell'Isola Comacina. Ricostruirono
la fortificazione che avevano distrutto e che difesero
strenuamente quando i Bizantini, risalendo la penisola
Italica nel tentativo di riconquistare i territori dell'impero
Romano, l'assaltarono. Il predominio Bizantino fu breve
e durò fino a quando dalle Alpi scesero i Longobardi
che conquistarono una vasta area del Nord Italia, dove
si stabilirono definitivamente dando il proprio nome
alla regione. I Longobardi erano un popolo Germanico
che deve il proprio nome alle lunghe barde, o lance,
in dotazione alle proprie milizie. A differenza di altri
invasori, essi seppero conquistare l'affetto e la stima
della popolazione indigena che sotto la loro dominazione
conobbe un periodo di relativa tranquillità e
benessere. Senza dubbio, la loro conversione al Cristianesimo,
che già si era diffuso nel Comasco in epoca paleo-cristiana,
fu forse il motivo principale della loro accettazione
e integrazione. Artefice della conversione fu l'amatissima
Regina Teodolinda, alla quale sono legate molte leggende
locali. Una di queste vuole che l'attuale Via Regina
(la romana Via Regia), tanto quella che conduce al confine
di Stato ad Oria che quella che corre da sud a nord
lungo il lago di Como, fosse stata costruita per permettere
il suo passaggio verso Monza e Pavia. L'amore per questa
mitica regina è sopravvissuto attraverso i secoli
e, ancora oggi, quasi ogni paese del Lario vanta della
sua presenza, o quantomeno il suo passaggio, nel proprio
territorio.
IL
MEDIO EVO
La precoce Cristianizzazione dell'area Lariana rese
necessaria la costruzione di luoghi adatti al nuovo
culto. Come accade per ogni sovrapposizione culturale,
dapprima si verificò la parziale o totale distruzione
dei templi pagani, immediatamente seguita dalla ricostruzione
di edifici per il nuovo culto che, di norma, venivano
eretti sopra quelli preesistenti e con il riutilizzo
dei materiali recuperati dalle demolizioni. Questa stratificazione,
o sovrapposizione storica, è riscontrabile in
molte chiese del centro e del nord lago di Como. Non
solo, quando il Cristianesimo si strutturò in
una organizzazione ecclesiale, si verificò anche
una sovrapposizione nelle ricorrenze liturgiche, conferendo
un nuovo significato religioso alle celebrazioni pagane
profondamente radicate negli usi e nelle tradizioni
popolari. Con il passare dei secoli, l'ormai egemone
Chiesa di Roma conseguì un enorme potere sia
spirituale che economico e politico. La sua influenza
condizionava le scelte politiche di Re ed Imperatori
di un'Europa pressoché analfabeta. La Chiesa
era diventata l'unica depositaria e la custode del sapere
antico e delle Sacre Scritture, libri che venivano conservati
e trascritti negli "Scriptorium" dei monasteri.
In terra Tremezzina il Convento dell'Acquafredda a Lenno,
costruito nel 1153, ospitava un importante "Scriptorium",
l'unico della zona. Il Medio Evo fu caratterizzato dalla
costruzione di nuove chiese, ma soprattutto di conventi
e monasteri, alcuni dei quali erano dei veri e propri
centri di potere come, per esempio, la minuscola Isola
Comacina. Dopo essere stata un centro fortificato prettamente
militare, nel Medio Evo l'Isola diventò un centro
religioso tanto importante da diventare Pieve e da contestare,
protestante "ante litteram", le direttive
di Roma. Da essa dipendevano i numerosi conventi e le
chiese dei paesi sparsi nella zona centrale del lago
che governava anche politicamente e militarmente. Le
sorti di questi villaggi - la zona Tremezzina, da Colonno
a Griante Cadenabbia - erano perciò indissolubilmente
legate alle vicende della Pieve dell'Isola che, all'epoca
dei Comuni, si schierò politicamente con Milano
contro Como la quale, invece, si era schierata con Federico
Barbarossa. Fu proprio questa sua alleanza con Milano
che ne causò la rovinosa fine nel 1169, quando
l'Isola fu rasa al suolo ed incendiata per non essere
mai più abitata. In Tremezzina esistono numerosi
edifici d'epoca Medievale, principalmente chiese e monasteri
in stile Romanico per lo più concentrati nei
paesi più vicini all'Isola come Ossuccio e Lenno.
LE
GUERRE DI SUCCESSIONE - LA RIFORMA E LA CONTRORIFORMA
Nel 1300, ad eccezione dell'alto lago, il territorio
Lariano faceva parte del Ducato di Milano governato
dagli Sforza e, in seguito, dai Visconti che lo riorganizzarono
amministrativamente. Alla fine del 1400 ebbero inizio
le sanguinose guerre in territorio Lombardo per la successione
al Ducato di Milano, guerre che si protrassero fino
alla pace di Cambrai firmata il 28 Agosto 1529. Dalle
Alpi scesero i Grigioni, un popolo Svizzero in lotta
i Francesi i quali, a loro volta, combattevano contro
gli Ispano-Tedeschi per il possesso del Ducato di Milano.
Il territorio Lariano diventò un campo di battaglia,
ma soprattutto terra di invasioni e scorrerie che portarono
distruzioni e pestilenze. E' in questo contesto che
si instaura, seppure come episodio marginale, un avvenimento
storico che risultò tragico per il paese di Griante,
che all'epoca apparteneva territorialmente a Tremezzo,
legato alla figura di Giovanni del Matto di Brenzio.
Nativo della Pieve di Dongo, già soldato della
Repubblica Veneta, egli fu in seguito ammiraglio di
una flotta personale che praticava la pirateria lacuale.
Politicamente egli si alleò con i Grigioni che
gli affidarono il comando di una colonna mista, formata
da Lanzichenecchi e da soldati italiani di fede imperiale,
con il compito di conquistare Como. Sconfitto a Borgo
Vico a causa della defezione dei Lanzichenecchi, egli
cercò riparo nel suo castello di Griante dove
fu inseguito dai Comasco-Francesi, fatto prigioniero
e giustiziato nel 1521. La morte di Giovanni del Matto
non portò la tranquillità sulle rive del
Lario. Un'altra figura di masnadiere, Gian Giacomo de'
Medici, detto il Medeghino, che aveva combattuto agli
ordini del Matto, ne prese il posto e imperversò
sulle acque Lariane fino al 1532. In seguito egli diventò
un celebre capitano di ventura e fu nominato signore
di Musso e Marchese di Marignano. In questo periodo
turbolento sul territorio s'istaurarono anche guerre
a sfondo religioso. I Grigioni, che avevano abbracciato
il protestantesimo Luterano, nel tentativo d'imporre
la nuova religione alle popolazioni lacustri, incendiarono
le chiese e gli archivi dei paesi del nord e del centro
Lario, distruggendo e razziando gli arredi sacri. In
gran segreto, alcuni volonterosi nascosero in grotte
montane di difficile accesso, dove rimasero dimenticate
per oltre un secolo, gli oggetti più preziosi
e, soprattutto, le statue raffiguranti la Beata Vergine.
Dopo il Concilio di Trento, fallito il tentativo di
riconciliazione con i protestanti e ricacciati i Grigioni
oltralpe, con l'avvento della Controriforma nella regione
subalpina fu incentivata la costruzione dei Sacri Monti
come barriera contro il diffondersi del Luteranesimo.
Fu durante questo periodo che si verificarono i molti
ritrovamenti di effigi sacre che diedero origine alle
leggende legate alla costruzione dei santuari Mariani
della zona. Nel '500, il vescovo di Como Feliciano Ninguarda
negli atti della visita pastorale scrive: "...visitato
l'Oratorio della Santa Maria detta del Soccorso in monte,
sopra Usutio (Ossuccio n.d.r.), della pieve dell'Insula;
è di lontano dalla collegiata per un miglio e
mezzo di via ardua. Prima vi era un capitello con una
immagine della Beata Vergine che ancora si vede, et
per alcuni miracoli de sanamenti d'infermi è
poi accresciuto in forma di chiesa ..". Quando
fu decisa la costruzione del Sacro Monte di Ossuccio
esisteva già la chiesa della Madonna del Soccorso.
Come per gli altri Santuari, anche quello di Ossuccio
è stato costruito dove già in precedenza
esisteva una cappella eretta in onore di una statua
della Beata Vergine, alla quale venivano attribuite
doti taumaturgiche, che a sua volta fu edificata sovrapponendola
ad un luogo di culto pre-cristiano.
LA
DOMINAZIONE SPAGNOLA E L'ERA MODERNA
L'istaurarsi della dominazione Spagnola sul territorio
che già appartenne al Ducato di Milano ebbe ripercussioni
anche sulle sponde del lago di Como. Le condizioni di
vita delle popolazioni indigene di quel periodo storico,
le prevaricazioni dei vari signorotti Spagnoli, le scorrerie,
distruzioni ed infine le razzie e le pestilenze provocate
dai Lanzichenecchi sono state magistralmente descritte
da Alessandro Manzoni ne "I promessi sposi".
Il romanzo è ambientato sul ramo orientale del
Lario, ma descrive le vicissitudini storiche che hanno
caratterizzato tutto il territorio, a partire dalla
pianura a nord del lago che ancora oggi è identificata
con il nome di Pian di Spagna. Alla confluenza delle
strade che si diramano a sud (verso Como, Lecco e Milano),
ad est (verso la Valtellina) ed ad ovest (verso la Val
Mesolcina, il passo San Jorio e Bellinzona), gli spagnoli
fecero edificare un forte per contrastare l'avanzata
delle orde di soldati di ventura che calavano dai passi
Alpini. Le rovine del Forte di Fuentes, che ha dato
il nome alla zona, sono ora in fase di restauro e sono
visitabili con visite guidate. La Pace dei Pirenei pose
fine alle ostilità che per secoli oppose la Francia
alla Spagna e con la guerra di successione di Spagna
ebbe fine anche la dominazione Spagnola in Lombardia.
La fine delle guerre Franco- Ispaniche pose fine alle
scorrerie degli eserciti mercenari responsabili di carestie
e di pestilenze, superate le quali ci fu un fiorire
di costruzioni e ricostruzioni di chiese, palazzi e
ville per la villeggiatura che caratterizzò la
Tremezzina per tutto il 1700. Gli eventi storici del
1700 - 1800 toccarono solo marginalmente, e per lo più
amministrativamente, il territorio. La relativa tranquillità
dei paesi rivieraschi attrasse sulle rive del Lario
numerose famiglie della nobiltà o dell'alta borghesia
di Lodi, Milano e Como che qui giungevano per passare
la stagione estiva. A Sala Comacina Cesare Beccaria
fece costruire una villa nella quale per lunghi periodi
soggiornò Alessandro Manzoni. A Lenno il Cardinal
Durini acquistò l'ormai fatiscente convento del
Balbianello e lo adattò a villa. A Tremezzo,
in località Bolvedro, in villa La Quiete di proprietà
della famiglia Serbelloni, visse Giuseppe Parini che
era alle dipendenze dei Serbelloni in qualità
di tutore dei figli. A Cadenabbia il Marchese Clerici
da Lodi fece costruire la sua villa di campagna destinata
a diventare uno dei simboli del lago di Como. A Bellagio,
in posizione contrapposta a villa Clerici - Sommariva,
il Conte Melzi d'Eril fece costruire una villa per competere,
si dice, in bellezza e ricchezza d'arredi e d'opere
d'arte con il Conte Sommariva, suo antagonista.
LA
VOCAZIONE TURISTICA
La fine del 1700 coincise con l'inizio del turismo in
Tremezzina. Ne fu promotore Giuseppe Gianella che sul
finire del secolo acquistò la vecchia locanda
del porto di Cadenabbia - che per secoli fu punto di
riferimento e rifugio dalle tempeste per i marinai che
solcavano il lago trasportando merci e derrate per i
paesi rivieraschi, ma anche oltralpe - e la trasformò
in albergo per turisti e viaggiatori. Il clima particolarmente
mite, la bellezza e la tranquillità del luogo
resero immediatamente celebre in tutto il mondo l'Albergo
della Cadenabbia, che divenne in seguito l'Hotel Belle
Vue. Sulla scia del successo, altri alberghi sorsero
nel centro lago e la Tremezzina diventò un'ambita
zona turistica. In Tremezzina si stabilì una
colonia di Inglesi e Tedeschi, ma queste pacifiche invasioni
portano prosperità e benessere alle popolazioni
indigene.
LA
STORIA MODERNA
Le guerre del XX secolo ebbero come effetto immediato
la sospensione temporanea del flusso turistico e la
conseguente recessione economica della zona. Durante
la prima guerra mondiale sulle montagne Lariane - zona
di confine - furono scavate delle trincee e gli alberghi
furono requisiti per farne sedi del comando militare
e ospedali da campo. Alla fine della prima guerra mondiale,
le ville che erano di proprietà di famiglie Tedesche,
e fra queste Villa Carlotta a Tremezzo-Cadenabbia e
Villa Monastero a Varenna, furono incamerate dalla Stato
Italiano come bottino di guerra. Dopo un trentennio
di prosperità, con l'avvento delle seconda guerra
mondiale la Tremezzina conobbe un altro periodo di difficoltà
economiche, ma fu protagonista dell'evento storico che
pose fine all'occupazione Nazista ed al Fascismo in
Italia. Il giorno 27 Aprile 1945, sulla strada tra Musso
e Dongo una divisione Partigiana catturò Benito
Mussolini mentre, con Claretta Petacci ed alcuni membri
del suo Governo, tentava di fuggire all'estero utilizzando
uno dei passi Alpini a Nord del Lago di Como. I membri
del suo Governo furono portati in piazza a Dongo dove
furono fucilati, mentre Mussolini e la Petacci avrebbero
dovuto essere trasferiti al quartier generale degli
Alleati a Como. Giunti a Mezzegra, probabilmente per
divergenze d'opinioni tra gli stessi Partigiani, fu
deciso di pernottare in quel paese. In frazione Giulino
requisirono Casa De Maria dove i due prigionieri trascorsero
una notte molto tribolata. Il mattino seguente lasciarono
la casa per raggiungere Como, ma giunti in via XXIV
Maggio, davanti al cancello segnato con il numero 14,
di due furono fucilati per ordine del colonnello partigiano
Valerio. I corpi furono portati a Milano dove furono
esposti in Piazza Loreto. Il fato volle che quella fosse
anche la prima volta che Mussolini veniva sulle sponde
Lariane. Negli anni '50 Griante fu scelta come residenza
estiva del primo Cancelliere della Germania, Konrad
Adenauer e la Tremezzina fu testimone di decisioni politiche
internazionali che cambiarono l'Europa. Nella tranquillità
di Villa La Collina nacque l'idea di un'Europa Unita
che si realizzò con la firma del Trattato di
Roma.
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